Carlo Poerio a’ suoi giudici (nel giudizio di sottoposizione ad accusa per reato di Maestà)

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Carlo Poerio, 1850

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Descrizione

Poerio Carlo
A’ suoi giudici (nel giudizio di sottoposizione ad accusa per reato di Maestà)
Firenze, Tipografia Italiana, 1850
In 16° ( 12,5 x 18); pagine 71.  Carlo Poerio (Napoli, 13 ottobre 1803 – Firenze, 27 aprile 1867) è stato un patriota, avvocato e politico italiano. Liberale moderato e quindi avverso ai moti mazziniani, fu tuttavia arrestato nel 1837, 1844 e 1847, ma sempre per breve tempo. Ai primi del 1848 ebbe parte notevole nelle agitazioni che portarono alla concessione della Costituzione e fu membro del governo costituzionale di Napoli, inizialmente come direttore generale della polizia (sostituendo il potente marchese Del Carretto) e poi ministro dell’istruzione. Si dimise dopo i fatti del 15 maggio, quando le tensioni fra il sovrano e il parlamento diedero origine a una controrivoluzione popolare, che egli deprecò, conservando tuttavia fiducia nella possibilità di un regime liberale con Ferdinando II di Borbone. Fu condannato a 24 anni di carcere duro, ma ne scontò soltanto 10 presso la torre sita in Montesarchio, perché nel 1859 la pena gli venne commutata nella deportazione. La nave che lo trasportava in America con altri 67 prigionieri (tra cui Luigi Settembrini, Sigismondo Castromediano) fu dirottata in Irlanda (dal figlio di Settembrini), da dove poi riparò in Piemonte. Qui, circondato da grande autorità morale, prese parte attiva alla vita politica del nascente Regno d’Italia, sedendo anche alla Camera dei deputati nelle legislature dalla VII alla X. Re Vittorio Emanuele II lo nominò proprio luogotenente generale dell’Italia meridionale. Poerio rifiutò il ministero offertogli da Cavour e si ritirò, deluso dalla scena politica, concludendo la sua vita in povertà. Brossura coeva muta. Minimi segni del tempo è copia buona.