Salmi, Salterio

Composizioni poetiche usate anche in liturgia nella religione ebraica e in quella cristiana. Il termine deriva dal greco psalmos, che indica una composizione destinata al canto con accompagnamento di strumenti musicali a corda. La raccolta completa dei S. è nota anche con il nome di ”Salterio”. Il numero dei S. è fissato a 150, ma in realtà molte sono le ripetizioni e le composizioni che sono state separate in due unità, pur essendo originariamente un unico S. (ma è vero anche il contrario). Molte di queste composizioni sono precedute da un generico titolo introduttivo. I S. che ne sono privi sono detti dagli ebrei S. Orfani. Per quanto antichi, i titoli non sono originali. Il Salterio ha subito correzioni e accrescimenti attraverso i secoli. La suddivisione in tre parti è fittizia e corrisponde al vano tentativo di dividere i S. a seconda dell’Autore. La qualità artistica dei S. è varia, così come lo stile, che va dal lirico al prosaico, ma la forma poetica è sempre piuttosto elegante. La chiesa latina ha usato vari tipi di Salterio: quello ufficiale è del 1945. Molto più antico quello ”romano”, in uso nella basilica di S. Pietro. Quello ”gallicano”, pure molto antico, si basa sulla traduzione che S. Gerolamo fece dal greco e non dall’ebraico. Furono motivi politici e di conservatorismo che impedirono l’uso del Salterio Ebraico realizzato dallo stesso S. Gerolamo, nonostante sia migliore di quello gallicano.