Seghers Hercules Pietersz

Pittore e incisore (Haarlem, 1589-90 – Amsterdam ca. 1638-40). Fu allievo, anche se per poco tempo, in seguito alla morte del maestro,  del grande paesaggista van Cominxloo ad Amsterdam. Risulta attivo ad Haarlem, Amsterdam, Utrecht, e all’Aja. Morì in seguito ad una caduta dalle scale dovuta all’alcool. Raggiunse livelli altissimi nella pittura di paesaggio, ma non ottenne mai in vita il successo che meritava, e la mancanza di lavoro e le ristrettezze economiche lo condussero alla depressione e all’etilismo.
La sua abilità di pittore paesaggista si trasferisce anche nella sua opera di incisore.
Ridusse al minimo l’importanza delle figure nel paesaggio. Caratteristica delle sue vedute è la linea di orizzonte ribassata.
Artista isolato, la sua influenza si fece sentire solo su grandi, quando non grandissimi pittori (ad esempio, Rembrandt, che fu suo grande estimatore). Le sue qualità coloristiche furono eccezionali sia nella pittura che, soprattutto, nell’acquaforte. Con questa tecnica ottenne risultati di incredibile valore artistico, sfruttando al massimo le possibili sfumature del bianco e nero, avvalendosi spesso anche di carte in tinta, di inchiostri colorati, di graffi di punte e pressioni di tele. Al bisogno, aggiunse alle incisioni anche figurine create a pennello: si tratta quindi di realizzazioni grafiche singolari, uniche nel loro genere. Tra le sue opere principali si ricordano La capanna di canne, il Teschio e il Cavallo, il Sentiero nel bosco, la Vecchia quercia, la Piccola rovina, la Rovina con scorcio attraverso un arco, la Porta, la Rovina con cespugli (che apre la strada alle formidabili creazioni di Rembrandt). Dal 1625 circa la sua tecnica di incisione mutò, aggiungendo al tratto usuale svirgolature, punteggiature, incroci particolari che rendevano più vibranti le sue creazioni. Di questo periodo sono alcuni capolavori quali il Paesaggio di rocce, il Paesaggio con palizzata di tronchi, i Quattro alberi.