Il Giuoco degli Scacchi

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Per nozze Ramaggi – Orsini

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Descrizione

Mimbelli Luca
Il Giuoco degli Scacchi
Livorno, Tip. Di Francesco Vigo, 1876
Nuptialia in 8°(16 x 23, 5) ; pagine 20, (3). Brossura editoriale a stampa.celeste/verde con titolo stampato entro cornice tipografica alla coperta superiore. Contiene: Versi al giocatore di scacchi sposo; Del gioco degli scacchi dal poema De Vetula dello Pseudo-Ovidio (Latino e volgare); Il gioco degli scacchi sonetto di Valerio Inghirami, Note ai testi. E’ omaggio di Luca Mimbelli all’amico Cav. Avvocato Emilio Orsini per le Nozze Remaggi – Orsini. Ottima copia con minimi segni del tempo.
Livorno ebbe nell’Ottocento la ventura di veder sorgere una fioritura scacchistica importantissima. La passione per gli scacchi di molti rappresentanti della classe dirigente livornese e l’internazionalismo della città, che favorì scambi e contatti, portarono alla fondazione, nel 1875, della Nuova rivista degli scacchi. Fu la munificenza di Luca Mimbelli, cugino del proprietario di Villa omonima, attuale sede del Museo Civico G. Fattori, a consentire la nascita della rivista. L’Italia scacchisticamente era arretrata rispetto a Inghilterra, Francia e Germania, ma questa pubblicazione, che coprì tutto il territorio nazionale, accorciò significativamente il gap. Attraverso il sostegno finanziario di Mimbelli, colto appassionato e l’opera dell’Avv. Emilio Orsini e del Procuratore del Re Amerigo Seghieri (livornese doc il primo, d’adozione il secondo) si cominciò a pubblicare il periodico che raccolse tutte le migliori forze sparse sul territorio nazionale. Motore per tanti anni della rivista fu il citato Avv. Emilio Orsini, che non fu solo infaticabile organizzatore, ma fu anche giocatore esperto, compositore di problemi scacchistici di rilievo internazionale, divulgatore (suo uno dei famosi  manuali Hoepli sugli scacchi) e maestro di Luigi Miliani, ingegnere livornese, che andò a dirigere per decenni il magistrato delle acque di Venezia, diresse per quarant’anni la Federazione Scacchistica Italiana e fu tra i pochi in Italia che riuscirono, intorno agli anni Venti del Novecento, a contrastare i migliori giocatori internazionali. L’influsso della rivista consentì ai livornesi di organizzare, nel 1878, il II Campionato Nazionale Italiano, che si giocò nel ridotto del Teatro San Marco. La Nuova Rivista degli Scacchi trovò l’attenzione del di lì a poco campione del mondo Wilhelm Steinitz, il quale commentò alcune partite su The Field, giornale di Londra, la capitale mondiale del gioco. La scuola di Orsini si estese agli anni Venti con Miliani, che però visse gran parte della sua vita in Veneto. In città spiccarono i nomi di Raffaello Foraboschi e soprattutto di Gastone Bernheimer. Fratello di un famoso studioso di paleografia ebraica, docente presso l’Ateneo di Bologna e di un impresario teatrale, Bernheimer ebbe una solida educazione musicale (fu pianista e compositore di una certa notorietà) e fu tra i migliori scacchisti italiani, tanto da arrivare secondo al Campionato italiano giocato a Viareggio nel 1921.