Originalità e Imitazione. Venezia o l’Arte è Difficile

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Flaminio del Seppia, prima di diventare  preside del Torricelli di Faenza nel 1882-83 e poi dal 1893 al 1907, era stato rettore del prestigiosissimo collegio Cicognini di Prato dove aveva avuto come alunno Gabriele D’Annunzio.
Nelle Faville del Maglio, D’Annunzio ritrarrà in forme assai caricaturali il suo “paedagogus paedagogorum” e rievocherà in tante pagine, vivacissime e ricche di invenzioni verbali, i contrasti avuti con lui. Il “cefalopodo imparnassito”, apparirà “piceno bizzarro ed arcigno” (qui la memoria tradisce il poeta: Del Seppia non era piceno, ma toscano) , dal “mento smisurato”, “intentissimo di continuo a levarsi dal naso le mosche che sembravan saltargli di continuo dal ciuffo di pelo lasciato crescere sotto al labbro inferiore non in guisa di mosca ma di moscaio”. “Nella mia immaginazione plastica vedevo la sua testa coronata di tentoni irti e impietriti, e la sua bietta infissa nella cartosa tavola rettoricale come un conio nella corteccia squammosa d’un ceppo”.
A Faenza, a Del Seppia toccherà un altro allievo di eccezione: Dino Campana. Non sono rimaste testimonianze dei rapporti fra i due, ma i voti di condotta del futuro autore dei Canti Orfici lasciano supporre che non siano stati facili.
Ci è rimasto invece un giudizio di Del Seppia su un altro personaggio illustre: il giovane professore Gaetano Salvemini, il cui eccezionale valore di studioso e di insegnante non era sfuggito al paedagogus paedagogorum. Specialmente nel primo anno di presidenza, Del Seppia affrontò a Faenza gravi problemi di disciplina. “Si era giunti a tale che gli scolari si portassero in iscuola l’occorrente per la refezione del mattino, ed in iscuola si rifocillassero persino con polli arrosto, e dessero mano al fiasco di vino né più né meno che in una bettola dell’infimo grado”. I contrasti con gli studenti degenerarono al punto che il preside fu aggredito a sassate.
I colpevoli furono identificati e puniti: tre di loro furono espulsi da tutte le scuole del regno.

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Descrizione

Del Seppia Flaminio
Originalità e Imitazione. Venezia o l’Arte è Difficile. Dialogo. Pensieri di Flaminio Del Seppia
Pisa, dalla Tipografia Nistri, 1868
In 16° (12 x 18,5); pagine 83, (3), nota omaggio dell’autore alla copertina e timbro ex-libris da grande collezione all’occhietto. Brossura editoriale con titolo alla copertina. Minimi segni del tempo, è copia buona.