Scuola Normale Maschile di Modena

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Ugo Pizzoli 1905

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Descrizione

Pizzoli Ugo
1910-1915 Primo quinquennio di vita della Scuola Normale Maschile di Modena
S.n.t. 1915
Volume in 8°(16,5 x 24);  pagine 129, (5); alcune fotografie degli alunni, alcune tavole più volte ripiegate inerenti ai locali, agli schemi didattici, agli esempi di registazione. Brossura editoriale illustrata con bella xilografia a firma di Casimiro Jodi e titoli stampati in rosso, nero e marrone.
Ottima copia con minimi segni del tempo.
Ugo Pizzoli (1863-1934).
Nacque a Piacenza il 19 marzo 1863. L’anno successivo si trasferì con la famiglia a Crevalcore e nel 1871 a Bologna, dove frequentò il Ginnasio di Via Cartoleria vecchia e, dopo la precoce morte del padre avvenuta nel 1878, grazie a un sussidio e all’aiuto degli zii paterni, il Liceo “Galvani”. Ottenuto il diploma di maturità, vinse una borsa di studio che gli permise di iscriversi alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Bologna. Furono suoi professori Francesco Roncati, Pietro Albertoni, Pietro Loreta, Augusto Murri, Giuseppe Sergi e Pietro Siciliani, del quale seguì fino al 1885 le lezioni di pedagogia. Dopo la laurea, conseguita nel 1888 con una tesi dal titolo Lo scleroma dei neonati, Pizzoli indirizzò i suoi interessi verso lo studio dei fondamenti scientifici della pedagogia, studio che coltivò con passione per tutta la vita diventando uno dei maggiori rappresentanti del positivismo pedagogico italiano. Nominato medico condotto del comune di Crevalcore e, successivamente, Regio Delegato Scolastico dalla Prefettura di Bologna volse la sua iniziale attività in favore dell’istruzione popolare: fra le maggiori iniziative ricordiamo una serie di riforme sui metodi e sui programmi didattici nell’ambito delle scuole elementari locali, l’organizzazione di conferenze per maestri, la fondazione di un Museo pedagogico e della Biblioteca Comunale di Crevalcore. Parallelamente frequentava i corsi di filosofia e pedagogia tenuti da Angelo Valdarnini e da Francesco Acri all’Università di Bologna e da Saverio De Dominicis all’Università di Pavia e apprendeva le tecniche sperimentali dell’antropologia e della psicologia negli istituti di antropologia di Firenze e di Roma, diretti rispettivamente da Paolo Mantegazza e da Giuseppe Sergi, e nel Laboratorio di psicologia sperimentale annesso al Manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia, dove Pizzoli ebbe i primi contatti con Augusto Tamburini e con Giulio Cesare Ferrari. Forte nella sua preparazione scientifica e nella vocazione a rifondare la pedagogia connettendola alle scienze medico-antropologiche e alla psicologia sperimentale, nel 1899 Pizzoli istituiva a Crevalcore, a proprie spese e grazie all’appoggio scientifico di Tamburini, il “Laboratorio di Pedagogia Scientifica”, di fatto il primo gabinetto di antropologia pedagogica in Italia e la sede, a partire dall’estate del 1902, del primo corso di pedagogia scientifica indirizzato ai maestri delle scuole elementari. Nel 1904 Pizzoli trasferì il suo laboratorio a Milano nella Scuola normale femminile “Gaetana Agnesi” – nonostante il vivo interesse dell’amministrazione provinciale di Bologna di impiantare il laboratorio nel capoluogo emiliano – e venne nominato direttore dell’Istituto comunale di psicologia sperimentale.  A Milano Pizzoli continuò i suoi corsi di pedagogia scientifica e l’istituto diventò una scuola di perfezionamento magistrale con corsi della durata di due anni, ma il medico non riuscì mai a realizzare il suo progetto di un Paedagogium nazionale. Rimase a Milano fino al 1907, quando diede le dimissioni dall’Istituto di pedagogia sperimentale che nel frattempo si era fuso con l’Accademia scientifico-letteraria. Nel 1908 la direzione dell’istituto passò a Zaccaria Treves che lo diresse fino alla morte (1911). Ritornato a Bologna, Pizzoli si laureò in filosofia e ottenne la libera docenza in psicologia sperimentale a Modena, dove poté realizzare numerose iniziative: nel 1910, con l’appoggio del Ministro della pubblica istruzione Luigi Credaro, fondava la Scuola Normale maschile, che diresse fino al 1920; durante la guerra istituiva un Gabinetto per la rieducazione dei mutilati, fra il 1919 e il 1920 creava la Scuola popolare per arti e mestieri e un Gabinetto di psicotecnica del lavoro “per lo studio della capacità lavorativa dei giovinetti”. Sempre in quegli anni diventava direttore della Scuola Popolare Operaia “Fermo Corni”. Nell’ultimo decennio della sua vita, caratterizzato da frequenti malattie, continuò a ideare strumenti e apparecchi di psicotecnica, a pubblicare scritti di argomento pedagogico dedicandosi soprattutto alla tematica dell’orientamento professionale e istituì gabinetti scientifici in varie parti d’Italia: a Milano nella Scuola Industriale dell’Umanitaria, a Genova chiamato da Nicola Pende, a Torino da Mario Fossati, a Brescia e a Firenze. Pizzoli trascorse gli ultimi anni della sua vita a Bologna, dove morì il 12 dicembre 1934. Tra i suoi scritti più importanti va ricordato il volume dal titolo Pedagogia scientifica (1910), contenuto nel Trattato di medicina sociale curato da Angelo Celli e Augusto Tamburini.