Vita Di Madonna Onorata scritta da Bernardo Ilicino. Per nozze Archinto – Altieri

200,00 

Stampato in sole 66 copie. Molto raro

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Descrizione

Ilicino Bernardo
Vita Di Madonna Onorata scritta da Bernardo Ilicino pubblicata per la prima volta sopra un Codice del Secolo XV da Giuseppe Vallardi figlio
Milano, co’ Tipi di Giuseppe Bernardoni, 1843
Nuptialia in 8° grande (18,5 x 27); pagine XXVI, 41, (3); rarissimo, stampato in soli 66 esemplari . E’ omaggio di Giuseppe Vallardi Figlio per le Nobilissime Nozze Archinto Altieri.  Dalla GUIDA dell’ EDUCATORE N° 1 Anno 1844: Con questo libretto, impresso con elegantissima semplicità, il Vallardi figlio auspicò le Nozze Archinto- Altieri. Pochi libri al pari di questo possono avere in sé documenti di morale civile e cristiana più splendidi e più efficaci, perché porti per via di esempi pratici. Autore di questa vita è Bernardo di Pietro Lapini, detto l’Ilicino dalla patria sua Montelcino nel Senese ( Mons Ilicinus); primo, ma ruvido e copioso commentatore dei Trionfi del Petrarca; scrittore di rime, e di una novella impressa più volte col titolo di Cortesia, Gratitudine e Liberalità, nella quale narra più cortesie e magnanimità usate tra due gentiluomini Senesi, l’uno nominato Anselmo Salimbeni, l’altro Carlo Montanini. L’Ilicino chiamò novella anche la vita di Madonna Onorata, non perché fosse intessuta di cose finte, ma perché è storia vestita di quella domesticità di stile e di racconto che si usa nelle novelle. Egli visse ai tempi dell’Imperatore Federigo III, di Enea Silvio Piccolomini, poi Pio II, e del Cardinale Jacopo Ammannati, suo amicissimo. Scrisse la vita di Madonna Onorata, parte per devozione all’eccelse virtù di lei, parte perché a lei fu congiunto per vincoli di parentela, essendo egli nato di una de’ Saracini. Fu de’ risieduti nel Magistrato supremo di Siena, poi capitano di Popolo. Madonna Onorata nacque nel 1435 da Danese Orsini del ramo di Mugnano. Fu moglie di Jacopo Saracini, famiglia nobile senese, al quale partorì tre figliuoli. La vita di Madonna Onorata fu una continua operazione di virtù cristiane, morali, domestiche e civili; sia in atti che tutti erano secondo giustizia e carità; sia in parole, le quali sgorgavano diritte e sapienti dalla sua intemerata bocca. Il forte animo, la severa onestà, la prudenza, la vita quieta in giovanile età di Madonna Onorata, sono da porsi in esempio non che al sesso più debole, ma ben anche al più forte, perché nel culto e nella pratica di queste virtù ella mostrò senno più che virile. Ad esse eran congiunte la bellezza del corpo, … la gravità del portamneto, una voce soave, un dolce accento, una grata ed espressiva azione nel recitare le rime, massime dell’Alighieri e del Petrarca. E tanto mirabile era l’accompagnamento delle virtù dell’animo colle doti del corpo; che alla mortalità sua parve commista grandissima parte di natura celeste. Madonna Onorata visse soli ventidue anni, e certo una creatura in cui tanta grazia divina era infusa, non poteva lungamente dimorare tra gli uomini. Ella volò nelle braccia del suo Creatore nell’Anno 1457. Col pianto di tutto il popolo Senese il suo corpo fu accompagnato alla sepoltura, sopra la quale fu scritto un epitaffio latino, che nel volgare così suona “Onorata Orsini, gloria delle fanciulle, splendore delle matrone, onore delle maritate, tempio di castità, luce di santimonia, sacello di virtù, specchio di ogni bellezza è collocata in questo breve sepolcro. Lo Ilicino ci ha tramandato i fatti e i detti memorabili di questa insigne matrona; da’ quali cavatone i principali e più splendidi, e dispostili in forma di sentenze di morale cristiana e civile, li riferiremo qui sotto ad utile ammaestramento della vita. Massime e sentenze estratte dalla Vita di Madonna Orsini. 1° Nelle calamità terrene, nissuna cosa più piace a Dio, che restare contento a quello che Lui dispone; e così, per contrario, nissuna cosa più più dispiacergli, quanto che dimostrare alla volontà sua non aver pazienza. 2° Nella elezione di un marito, alle fanciulle debbe più piacere povera gentilezza e virtù, che abbondanza di roba con diminuzione di laude. 3° Quella donna è degna di laude, la quale principalmente sa raffrenare i suoi occhi e la sua lingua, in modo che non solamente veggia e parli cose onestissime, ma eziandio parli di rado. Fugga l’ozio e i ragionamenti non onesti, siccome certissimi e fortissimi inimici della onestà. Sia sobria sempre e continente nel suo mangiare. Curi la famiglia sua con diligenza. Tenga il marito sempre in venerazione, Non le diletti troppo conversare con altrui, e i canti e le danze usi con diletto, ma solo per dar ordine a’ movimenti del corpo, modestia agli atti e al discorso. Non perda tempo né industria in superfluo ornamento del corpo. Sia sempre gelosa di conservare lo abito della castità, dalla natura datoci in compensazione delle altre nostre fragili qualità, non solamente dallo errore guardandosi, ma eziandio da ogni sospetto e responsabile operazione, donde con ragione si conservi nella fama e nell’onore. 4° La donna saggia debbe rendersi accetta allo sposo più con l’abito suo naturale del senno, della bontà e dell’obbedienza, che con lo sfoggio e bellezza delle vesti. 5° Ciascuna persona giustamente si deve scusare quando non più oltre adoperi che si estendano le sue facoltà; e così potranno quelle persone essere massimamente da riprendere le quali desiderando alcuna cosa fare, si sforzano nientedimeno quella non potere operare lungo tempo; siccome, al parer mio fanno le donne, le quali con li superflui ornamenti diminuiscono le sostanze del marito, là donde poi è necessario che quelli fatti con gravissima spesa di vendano e con danno e vergogna. Ma l’operetta dell’Ilicino oltre a esser sovranamente educativa per gl’insegnamenti pratici di virtù che contiene, è preziosa altresì per una molto osservabile dipintura che ci fa delle civiltà senese e de’ suoi costumi: pittura che indarno chiederemmo agli storici. In fine, è libro commendabile per pregio di lingua, e da riporsi colle poche scritture del secolo XV, che si hanno in stampa, e dove si può studiare e molto imparare sulle non abbastanza osservate e conosciute, natura, qualità, e condizione del volgar nostro in quel tempo. Ma, nel mentre che rendiamo molte e sincere grazie al Sig. Vallardi del cordiale conforto che ci ha procacciato la lettura del libretto da lui pubblicato e mentre lo eccitiamo a mettere alla luce altri libri di tanta bontà e utilità, non ci possiamo astenere dal dire che avremmo voluto questa operetta stampata in più modesta forma, senza quel lusso tipografico che nemico alla tasca del povero, è importuno a quella dell’onest’ uomo. E di libri cotale dovrebbero essere fatte edizioni così modeste, che ognuno di mediocre fortuna potesse comperarle. (l’autore si firma C. M. ). Brossura editoriale in cartoncino ricoperto da seta rosa con tagliando applicato al piatto superiore con titolo e stemma casato nobiliare. Minimi segni del tempo, è copia buona.