Biografia

Termine derivato dal greco (bios = vita, grafo = scrivo). E’ un ramo della storiografia e consiste nella rappresentazione, spesso romanzata o comunque realizzata anche con intenti artistici, della vita di un personaggio famoso della storia. Oltre alla mera esposizione dei fatti, la B. tenta in genere di ricostruire anche l’evoluzione psicologica del personaggio.
L’uso di scrivere B. di uomini illustri è antichissimo. Nella Bibbia si trovano già numerose B. inserite nel testo. Come genere letterario, in Occidente comparve presso i Greci (numerosissime sono le B. nella letteratura indiana e cinese). Ad Erodoto veniva attribuita un’antichissima vita di Omero, che, in realtà, è molto posteriore. La prima B. vera e propria della letteratura occidentale è da ritenersi l’Agesilao di Senofonte. In opere di vasto respiro storico si trovano inserite numerose biografie: ad esempio quella di Filippo il Macedone nell’opera di Teopompo. Il fascino della figura di Alessandro Magno attirò poi una vera schiera di biografi: Callistene di Olinto, Onesicrito, Clitarco di Colofone, Anassimene di Lampsaco, Diodoro d’Eritrea ecc.
Il più importante biografo greco fu, naturalmente, Plutarco, con le sue Vite Parallele, dove la componente storico-biografica si associa a quella psicologica e all’intento pedagogico.
La biografia si sviluppò anche in Roma, in particolare in epoca ellenistica: ricordiamo Varrone, Cornelio Nepote e Tacito (Agricola). Il trionfo della b. romana si ha però in Svetonio (Vite dei Dodici Cesari, De viris illustribus), erudito scrittore di gusto alessandrino, che inserì nella sua opera anche curiosità e pettegolezzi.
In epoca cristiana si ha il prevalere della B. di carattere sacro, nota come agiografia (v.). Si tratta di un genere che segue criteri non tanto storici, quanto religiosi e morali, con chiari intenti edificanti. Tipico è il trasformarsi dell’agiografia in leggenda e l’esempio classico è la Legenda aurea di Jacopo da Varagine (Varazze), che riunisce elementi di ogni genere (storici, favolistici, mitici, cristiani, pagani) per realizzare un’opera educativa godibilissima. Qualcuno ha notato che la vita di uno dei santi della Legenda è nient’altro che la storia del Buddha..
Naturalmente esiste anche un tipo di agiografia che ha i connotati della vera biografia storica. Si ricordano a questo proposito le Vitae Patrum di S. Gerolamo.
Nel medioevo fu rara la B. civile. Si fa apprezzare la Vita di Carlo Magno di Eginardo. Il genere torna a fiorire con l’Umanesimo e il Rinascimento. Il Boccaccio scrisse la Vita di Dante, il Petrarca Le Vite degli uomini famosi, Leonardo Bruni le vite di Dante, Petrarca e Cicerone. Ricordiamo anche le B. dei Pontefici del Platina e le Vite dei pittori scultori ed architetti del Vasari.
Il numero di biografie scritte dal Cinquecento in poi è praticamente incalcolabile. A seconda dell’epoca, gli intenti degli autori sono i più vari. Da quelle genericamente elogiative, a quelle più chiaramente storiche. Frequenti, durante il Risorgimento, le biografie di chiaro significato patriottico, anche quando si narra di uomini del Medioevo.
Accentuato è, oggi, l’interesse intorno all’influsso che i grandi personaggi storici hanno esercitato nella vita politica e sociale (Hitler, Stalin, Mussolini, Churchill). Presso il grosso pubblico hanno spesso successo le biografie romanzate, ricche di aneddoti e di particolari piccanti.
Un genere speciale di B. è l’autobiografia, cioè la B. di se stesso, nella quale l’autore è anche il personaggio di cui si parla. Molto note le opere del Cellini, le Confessioni di S. Agostino, le Memorie del Chiabrera, del Vico, del Guicciardini, dell’Alfieri.