La Sicilia post-unitaria negli scritti di Vincenzo Mortillaro

Nel 1968, all’indomani del terremoto del Belice,in una cassa conservata in un antico palazzo di Montevago furono casualmente scoperte carte catastali borboniche datate 1837-1853, redatte scrupolosamente sulla base del Real Decreto per la rettifica del Catasto del 1833. In tutto 427 carte, di qualità varia. I Borboni avevano affidato l’incarico di completare la complessa opera, il cui scopo era di ricalcolare in modo più equo i dazi catastali, a Vincenzo Mortillaro, nominato Delegato speciale per la compilazione dei catasti. Le carte si ritenevano perdute per sempre, come del resto gran parte dell’archivio personale del Mortillaro, che comprendeva la corrispondenza con illustri personaggi dell’epoca,  smembrato e venduto in aste  internazionali. Il terremoto le riportò alla luce in un palazzo di proprietà degli eredi, dimenticate da tempo. Nel 1997 furono acquisite dalla Regione. Carte di qualità varia, si è detto, ma che dimostrano l’efficienza e la solerzia del Mortillaro come funzionario pubblico,  e la modernità della sua visione della burocrazia.
Vincenzo Mortillaro (Palermo 1806 – 1888) fu un personaggio particolare. Non gli giovò l’immagine di oltranzista clericale, cospiratore indipendentista filoborbonico che gravò su di lui dopo l’Unità d’Italia, e che lo condusse anche al carcere (ma pure alla benedizione papale), nonostante isolati tentativi di riqualificarne la figura politica. Non è raro che ancor oggi il suo nome nemmeno compaia in pur ponderosi dizionari enciclopedici. Non compare, del resto, nemmeno nei quattro volumi del Dizionario del Risorgimento Nazionale, dove pure figurano personaggi di ben minore importanza. Certo, è curioso il fatto che il Mortillaro, indipendentista convinto, sia stato politico più che moderato sotto i Borboni, tanto moderato da sfuggire alle persecuzioni durante la restaurazione dopo i moti indipendentisti, e abbia invece conosciuto il carcere come cospiratore terrorista dopo l’Unità.
Presso i bibliofili, soprattutto tra gli appassionati di cose locali meridionali, il Mortillaro è sicuramente noto, sia come storico che come bibliografo. I suoi interessi culturali furono molteplici. Lessicografo, ottimo arabista, memorialista, bibliografo, storico. Fu anche sacerdote per breve tempo, poi abbandonò l’abito per seguire lezioni di astronomia. Gran parte dei suoi interessi furono legati alla sua terra. Due sono le sue opere più note. La prima è il Nuovo dizionario siciliano-italiano (1838-1844), che sostituiva il precedente Dizionario siciliano italiano latino (1751-54) del gesuita Michele del Bono. Il lavoro del Mortillaro comparve in un momento di grande interesse per i dialetti. A partire dalla seconda metà del settecento erano comparsi vocabolari bresciani, napoletani, milanesi, romani, dove il dialetto locale e la lingua italiana, intesa come lingua toscana, erano messi a confronto. Il successo del dizionario del Mortillaro è dimostrato dalle tre edizioni successive, fino a che, nel 1868, dovette subire la concorrenza del Nuovo Vocabolario siciliano italiano di Antonino Traina. Altra opera molto nota del Mortillaro fu la Guida per Palermo e pei suoi dintorni (1829) che ebbe almeno cinque edizioni, fu tradotta in francese e, insieme al dizionario, contribuì alla sua nomina a membro di numerose accademie italiane e francesi.
Il Mortillaro però scrisse moltissimo. Aveva 20 anni e già pubblicava saggi di bibliografia e di storia locale siciliana. Lui stesso raccolse minuziosamente quanto aveva pubblicato in 22 volumi di Opere.  Grande importanza viene data oggi a quanto scrisse dopo l’Unità perché i suoi testi, comunque la si pensi sulle idee politiche della persona e sulla sua visione storica della Sicilia (è nota la sua astiosa polemica con l’Amari) sono ritenute preziose fonti di informazioni sulla vita quotidiana nella Sicilia post-unitaria. Siamo perciò lieti di presentare, in catalogo, alcune opere meno note di quel periodo, e una celebre biografia scritta dal nipote allo scopo di rivalutarne la figura.
Sulla biografia del M. e sulla sua attività come bibliografo e bibliotecario vedi anche la voce nel nostro dizionario